Steve Piccolo

Oracle, 2010

un progetto di Steve Piccolo e Gak Sato

Qualche anno fa abbiamo cominciato a seguire gli sviluppi di ricerca nel campo linguistico sulla neurologia della percezione sonora… in parole povere, si cerca di capire in quali zone del cervello elaboriamo i dati percettivi dell’udito. Sembra che l’eloquio, la comunicazione verbale e vocale, i rumori del mondo, la musica possono attivare zone diverse, dedicate a funzioni diverse. Per un compositore o un artista sonora questo tipo di informazione è comprensibilmente molto intrigante.

Nel corso dei nostri studi abbiamo scoperto certe ricerche veramente curiose, tra le quali uno studio sulla percezione dei suoni emessi dagli insetti. I ricercatori hanno scoperto che le persone di madrelingua giapponese (o di lingue dello stesso ceppo) ascoltano gli insetti nella stessa zona del cervello utilizzato per interpretare l’eloquio umano. Dunque, per una persona giapponese (ma non per persone che parlano altre lingue) il “messaggio” degli insetti sembra una comunicazione, non semplicemente un rumore.

Stavamo già giocando con la possibilità di innestare parole all’interno di altri suoni… il rombo di una moto che impreca, il vento che sussurra, ecc.

Per Made in Filandia abbiamo deciso di sviluppare la cosa, per creare una specie di oracolo del bosco, un potenziale luogo d’attrazione da frequentare per ottenere una risposta a una domanda o una perplessità. Passeggiando vicino alla villa, i visitatori sentono dispositivi sonori che riproducono fedelmente il suono delle cicale d’estate (anche fuori stagione). A primo acchito sembrano semplicemente cicale. Ma quando si presta maggior attenzione, si scopre che le cicale stanno dicendo qualcosa… dentro il suono si riesce a captare parole, una lunga serie di verbi che arrivano in modo casuale e costituiscono le risposte alle domande poste dai visitatori. Diventare, separare, condividere, ripensare, andare, tornare, dimenticare, guarire, ecc… L’ascoltatore comincia anche ad immaginare di sentire parole dove non ci sono. Lo sforzo di sentire i messaggi diventa una pratica di concentrazione e quasi meditazione che, come tutti gli oracoli, aiuta il soggetto a trovare la sua risposta, praticamente da solo.

L’intervento deve essere molto delicato, evitando a tutti costi di deturpare o alterare l’aspetto visivo dell’esperienza del giardino. Il volume dei suoni è molto discreto, per incoraggiare le persone a camminare e avvicinarsi al posto dove sono nascosti gli altoparlanti. I dispositivi sono tutti nascosti. Il suono delle cicale si presta molto bene al gioco, perché abbiamo scoperto che è uno dei suoni più penetranti del mondo… anche in mezzo al traffico intenso della città, le cicale si fanno sentire. Anche a volume molto basso, il suono rimane percepibile e riconoscibile. Non richiede sofisticati impianti di riproduzione sonora… anche casse piccole di media qualità possono trasmettere un suono di cicale assolutamente convincente.

Steve Piccolo e Gak Sato, Oracle, 2010

Steve Piccolo e Gak Sato, Oracle, 2010

Steve Piccolo e Gak Sato, Oracle, 2010

Steve Piccolo e Gak Sato, Oracle, 2010