Sauro Cardinali
Andiamo a Casa, 2012
Sento come in un’eco, di ritorno, la voce cantilenante dell’esitazione; che come in un sortilegio superstizioso avverte il tempo, permanentemente in divenire, allarmandolo e fecondandolo per mezzo di un particolare carattere di contrasto: il paradosso.
Eccomi allora con i pensieri e il corpo tra le mani, intento in un’operosità immobile, non in stallo, ma trascinato dentro il vortice cangiante dell’immaginazione in abbandono (abbandonato?!). In balia di un’eccedenza dell’immagine in azione, che suicida le proprie aspettative, liberata del fine, ma in ostaggio, ancora, della fine.
Come quando il sogno comincia a espellere il suo sognatore.