Nero/Alessandro Neretti
Inside the theoretical landscape #2, 2013.
Esercizio Personale, 23-06-2013
Palle da bowling, rami di legno, dimensioni variabili
Nel primo progetto (inside the theoretical landscape, 2012) si ponderava la possibilità di creare un paesaggio teorico tramite la commistione tra industria/macchina e arte/uomo; in inside the theoretical landscape #2, invece, si prende in esame la possibilità di (ri)creare un immaginario paesaggio siderale ove i pianeti costituiscono il fulcro teorico attorno al quale si sviluppa il progetto.
La realizzazione di Inside the theoretical landscape #2 si inserisce in un ampio scenario astrale prestabilito, poiché il 23 giugno 2013 è il momento dell’anno nel quale la distanza tra il “nostro” satellite Luna e la Terra è minore.
Interessante è sapere che questo fenomeno, chiamato scientificamente perigeo lunare o in maniera meno astronomica superluna, si è verificato solo una dozzina di volte dal 1950 ad oggi.
La superluna permette all’opera di godere di una straordinaria luce naturale grazie alla quale cresce la sensazione che questo paesaggio teorico stia in qualche modo lasciando la sua forma concettuale per attivare una mutazione in qualcosa di più tangibile.
La verde distesa accanto alla Filanda ospita le perfette sfere, naturalmente innalzate, in un crepuscolare limbo che interroga spazio e osservatore, tramite la propria presenza, ponendo nuovamente la primordiale questione sull’uomo, il Pianeta, l’Universo.
inside the theoretical landscape, 2012
Esercizio Personale, 23-06-2013
portacanna da pesca in alluminio, raccordo a tre vie in ottone, tubo in gomma, dimensioni variabili
Come la stessa natura ha mutato nel tempo la propria forma, anche “l’uomo economico” ha determinato un’alterazione del paesaggio dovuta al suo impatto poiché abita, produce, consuma, costruisce, coltiva, fabbrica, traffica. La rilevanza economica di un territorio indica che la struttura del comprensorio è in grado di sostenere elevati livelli produttivi in determinati settori, che le potenzialità economiche possono attrarre forza-lavoro e sono sfruttate, in modo soddisfacente, da gruppi umani e società attrezzate per farlo. Il paesaggio, ricreato in maniera teorica, collega linea e osservatore permettendo di poterne immaginare nuove e naturalistiche ipotesi future. Una serie di elementi di produzione industriale (nautica, meccanica, metallurgica) sono assemblati senza essere modificati studiandone attentamente le loro specifiche tecnico-meccaniche diventando così una nuova entità, un nuovo elemento che nella sua struttura racchiude differenti componenti, frutto della connessione tra maxi produzione e singolo intelletto.
Il risultato è un modulo treppiede che può variare in altezza e larghezza trasformando la sua forma e la sua percezione a seconda della sua disposizione e del numero degli elementi impiegati. Il ready-made, nel nuovo millennio, si trova cosi a confronto con una nuova evoluzione, una sorta di trasformazione tipica degli elementi naturali e dei progetti umani, in costante mutamento, in continua ricerca.
Delirio Filand(i)ese, 2011
1 – Gentilissimi,
vi contatto per conoscere la modalità di partecipazione al progetto MADEINFILANDIA 2011.
In attesa di un vostro riscontro, porgo cordiali saluti.
Nero/Alessandro Neretti
2 – Aghi di pino. Mazzette da due aghi. Mazzette da tre aghi (variabile). X casi in Y elementi…
3 – …durante la notte forte scossa di terremoto alla filanda sbatacchia veicolo uso abitazione…
4 – Inizialmente, era balenata nella mia mente l’ipotesi di realizzare un ponte (per ponte intendo un ponte vero e proprio) che potesse permettere alle persone di attraversare il torrente da un argine all’altro.
Analizzando l’elemento ponte e confrontandolo con la realtà contemporanea ho pensato che fosse di gran lunga più adatta la produzione di un ponte non ponte. Di un collegamento non fisico ma concettuale, che suggerisce di non delimitare il territorio/individuo, ma aprire a un dialogo che manca. Il dialogo dello sviluppo.
Il dialogo si è così aperto nei confronti della natura residua, del bilico trasparente, del ludico ripetersi.
Una sorta di ordine muto e costante formato da elementi unici utilizzati per tracciare quella linea che marca lo spazio.
Il ponte sullo stretto.
5 – In mezzo alla natura ho per giorni vissuto e lavorato nella più completa mancanza di campo*.
6 – VIETATO TUFFARSI NELLA PISCINA SENZA ROTAZIONI SULL’ASSE VERTICALE E/O ORIZZONTALE
7 – Non pensavo di riuscire a realizzare un “ponte” infilando su di un sottile filo di bava da pesca una serie sterminata di aghi di pino… ma ci sono riuscito e questo mi ha permesso di essere appagato, di donare nuovo concetto al territorio che mi ha ospitato, di porre interrogativi.
8 – Dopo una super pizzata, al ritorno verso la Filanda, un local munito di super jeep 4×4 ci offre un passaggio, che noi rifiutiamo (vista la nostra volontaria e rilassata condizione campestre). Pochi secondi dopo, lo stesso, sbaglia l’imbocco dello stradello e s’infila tra i filari di viti. La nostra scelta non poteva essere più azzeccata.
9 – Grazie.
……………………………………………………………………………………………………
*Per campo s’intende la linea immaginaria che permette la comunicazione tra apparecchi telefonici senza fili, posti a distanza variabile.