Luigi Presicce

La certifica delle mani, 2013

performance

La certifica delle mani, è un tableau vivant che, nella totale immobilità della scena, ha come proprio fulcro la caduta di un “hippie” trasportato su una lettiga.
L’hippie in questione è un chiaro riferimento all’opera di Paul Thek Death of a Hippie (1962). A questo viene accostato per affinità espressive il complesso scultoreo il Transito della Vergine (1519- 1522) di Alfonso Lombardi ubicato nell’Oratorio dei Battenti a Bologna nel quale viene rappresentata la Madonna tranquillamente addormentata e vegliata dagli Apostoli. L’opera del Lombardi mette in scena un episodio drammatico, descritto nei Vangeli Apocrifi e nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, in cui un sacerdote ebreo tenta, durante i funerali della Vergine, di rovesciare il feretro e di bruciare il corpo. Il gesto profanatore viene impedito dall’apparizione di un angelo armato di spada che lo colpisce recidendo le braccia del sacerdote.
Gli apostoli, unici testimoni della scena sembrano avere, nel complesso scultoreo del Lombardi, un legame con la figura del fotografo (nel senso di paparazzo) messo in evidenza ne La dolce vita di Federico Fellini. Il carattere documentativo del testimone sempre presente agli eventi più importanti, fa del paparazzo una sorta di apostolo: l’evangelista che presente nella vita terrena di Cristo, racconta e tramanda i suoi insegnamenti attraverso la scrittura, la documentazione di prodigi e miracoli.
Su un piano puramente semantico la performance riconduce l’hippie di Paul Thek al taglio delle mani che fu operato, come atto di certificazione della sua morte, a Ernesto Che Guevara dopo la sua cattura e il suo assassinio.
L’opera di Thek, una figura che ritrae l’artista morto all’interno di un mausoleo, ha una caratteristica che appare subito agli occhi: la mancanza delle dita delle mani. La performance La certifica delle mani è, quindi, anche una riflessione su come queste parti del corpo vennero usate per testimoniare e garantire l’avvenuta morte del rivoluzionario cubano. Subito dopo la sepoltura dei corpi del guerrigliero e dei suoi compagni, le mani vennero fatte sparire in un luogo misterioso. Dopo estenuanti ricerche, solo nel 1997, a distanza di oltre trent’anni dalla morte, i corpi vennero ritrovati sotto la pista di atterraggio di un piccolo aeroporto a Vallegrande, in Bolivia. Il corpo oramai ridotto a scheletro del Che venne riconosciuto solo grazie alla mancanza delle mani, le stesse mani che furono appunto tagliate per certificarne la morte.

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013

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Luigi Presicce, La certifica delle mani, 2013