Giovanni Ozzola
2010
Siamo appena tornati da Istanbul, un luogo sempre lontano e misterioso che però conosco in modo atavico e con cui condivido delle storie, una mia personale ed una nostra.
Ricordare quei giorni trascorsi mi provoca nostalgia, la solita qualità di sentimento che provo pensando ad alcuni momenti nei miei ricordi. Non è stata una meta da raggiungere ma un tornare ad un luogo che conosco.
Non avevo nostalgia di casa perché era con me.
Il treno è partito con 5 minuti di ritardo.
Viaggio da Firenze a Roma e sto leggendo le email che mi arrivano, sono tutte dei regali di tante persone da punti svariati del mondo; una in particolare arriva da punkrazzi, questa lettera** più che al ricordo di una persona mi porta immediatamente ad una condizione: il mio lavoro parte da questa differenza.
L, E ed O sono alla Filanda; li vivo e li ho conosciuti in momenti diversi, sono individui con singole storie ma alla Filanda sono una cosa sola.
L’idea che diversi individui possano costituire un’entità unica è profondamente affascinate.
Una sorta di fusione di materia che non è fisica ma mentale.
Una condizione che parte da una generosità e da un fondamentale impulso di vita.
Questa email viene da un luogo mentale che ai miei occhi si manifesta, in questo caso, come reale.
La casa, voglio dire il simbolo casa, è un luogo dove la sicurezza e la felicità si rivelano e credo che assieme queste due condizioni possano definire il concetto di serenità.
Il cuore è il ritmo che dà e scandisce i nostri giorni; il dare e l’offrire li chiamiamo generosità ma in realtà l’offrire ed il condividere sono molto più complessi, hanno più sfaccettature ed hanno ovviamente delle componenti che gratificano il proprio ego: è un fondersi ricevendo piacere e donandolo.
Come in un amplesso dove soddisfare il proprio piacere provoca il piacere altrui o viceversa soddisfare l’altrui piacere soddisfa anche il nostro.
un giorno ci siamo respirati e poi il battito del cuore
** che mi suggerisce di scrivere e mi riporta agli sham69 e gbh.