Gianluca Sgherri
2011
Santa Croce sull’Arno, settembre-ottobre 2011
L’asfalto della strada si è sconnesso.
La via che dal centro del paese porta al bosco (via del bosco) è percorsa giornalmente da automobili, camion e camionette.
Il manto di catrame un tempo liscio e rialzato si è consumato, bucato e rattoppato.
Ad ogni passaggio si ode il chiasso dei motori, lo sbatacchio del rimorchio e dei cassoni.
Quante macchine ho visto andare… pioggia fitta illuminare; notti fonde, fogne vomitare….
Suore di clausura guardano il mondo dalla grata di un monastero; nulla passa dagli alti muri dei loro orti, posso solo immaginare: tanta luce… tanto silenzio.
I vetri della stanza stanno tremando: adesso un tir sta transitando, musica e note non vi sento! solo scosse , spifferi e vento.
Dai marmi dei nostri cari non trapelano discorsi vani, falsità e inganni; qui tutto tace, tutto è chiaro.
I fiori sulla tomba non fanno ombra.
Dall’una all’altra sponda, dalle colline al mare argento e nero non sanno a mischiare. Sul ponte, dirimpetto, uomini e donne si riflettono.
E’ bello camminare lungo il fiume: risalgo la corrente… a oriente.
Dove nasce il sole non vi è colore, niente asfalto… solo polvere e vento. Un campetto di zolle, la dimora accanto, finalmente: sono arrivato.
Filanda fa rima con lavanda. Non è un caso che qui sono giunto e qui mi distendo.