Francesco Carone
La Canzone di Orlando, 2012
I libri non vanno per forza letti…
Questi ti chiamano quando è il momento e tu gli devi girare intorno. Il titolo di alcuni di questi ti rimbomba nella testa. Pensi di comprarli, poi non è mai l’occasione giusta.
Ti chiedi quando potrai leggerli e loro continuano a chiamarti. Ti scopri a ripeterne il titolo fra te e te come fosse un mantra…vai su internet a leggerne la trama.
Magari leggi i commenti, la critica e poi la vita dell’autore
Ti appassioni ai personaggi; ne leggi gli estratti o le citazioni più note.
La confidenza con questo testo non ancora neppure acquistato, continua a crescere.
Lo senti tuo e lo ami prima ancora di averne aperto le pagine.
In un pomeriggio grigio e insignificante, in giro per le vie in cerca di qualcosa di totalmente diverso, ti soffermi di fronte alla vetrina di una libreria.
Inizia a piovere e decidi di entrare per passare venti minuti e aspettare che smetta.
Non hai in testa nulla di preciso ma ruotando lo sguardo attorno, eccolo!
Tutto ti torna a mente compresa la voglia di farlo tuo. E’ arrivato il momento.
Lo afferri e lo sfogli velocemente facendo finta di valutare se acquistarlo oppure no.
Ma dentro di te già sai.
Ti avvii veloce alla cassa per pagare ed il tuo ego ti sussurra di domandarti cosa starà pensando la ragazza carina alla cassa di te che stai comprando un libro in quel modo, di quel genere.
D’altonde ti senti unico. L’unico che conosce il valore di quelle pagine ancora non lette; e le porgi orgogliosamente i soldi sul banco come per risponderle in modo spavaldo che non sei nuovo a tali acquisti. Quando poi lei, svogliatamente ti chiede se desideri un pacchetto, se è un regalo, tu rispondi fiero -’no grazie…è per me!’ ed esci fiero scordandoti della pioggia che nel frattempo è addirittura aumentata.
Appena a casa ne leggi subito le prime pagine. Fantastiche. Lo annusi addirittura tra le pagine. Lo usmi perchè ti entri rapidamente dentro. Perché tutti quei segni d’inchiostro, quelle formichine nere che si affannano sul bianco di tutte quelle pagine, più velocemente possibile ti arrivino a colonizzarti i polmoni. Ne facciano il loro nido, la loro fortezza! E da li nel cuore, in gola, nella testa e nello stomaco. Lo vorresti mangiare!
Capita spesso però che poi rimanga là…che tutta quell’energia svanisca.
Che tutta quella bramosia si allenti e che il libro rimanga per settimane sul comodino accanto al letto, relegato idealmente a farti da compagnia nel prendere sonno…triste fine per un capolavoro!
La sera sei stanco, il mattino seguente devi svegliarti presto o forse la notte tra le lenzuola hai di meglio da fare.
Quindi rimane là per altre settimane fino a quando un giorno decidi di inserirlo tra gli altri suoi simili collezionati sullo scaffale.
Lo impugni stringendolo tra le dita coprendo così la costola ed il titolo con la mano, quasi per vergogna o pudore ed inizi a inserirlo nella libreria.
Quando hai quasi fatto e le dita non possono ormai più tenerlo, sei però costretto a completare gli ultimi due centimetri che mancano al totale allineamento del libro con gli altri già presenti, pressando sulla costola con il palmo della mano…ed ecco che in quel preciso istante, come in un lampo, ti accorgi di quanto sia stato importante per te quel libro.
Abbassi il braccio fissando adesso il titolo in modo sicuro stupendoti di quanto tu sia riuscito ugualmente a berne il contenuto. A nutrirti del suo profondo significato pur avendolo solamente sfogliato. Pur avendone letto solamente frasi sparse.
Piccole parti, magari mai la fine. O forse solo quella!
Ti resterà per sempre dentro ed insieme a lui rimarrà il ricordo di quel lasso temporale.
Del periodo della tua vita in cui avesti a che fare con quel testo. Legati indissolubilmente l’uno all’altro; nella tua mente e nei tuoi ricordi, visionari o reali che siano. Alimentati dalla speranza, dal rimpianto o dal sorriso. Per sempre in te, pagine rilegate tra di loro ed al tuo essere stato.
Più tardi la tua parte razionale e giudiziosa ripeterà più di una volta di completarne la lettura. Ti invoglierà a riprenderlo e a dargli la dignità che merita facendotene fare l’uso giusto per il quale è stato creato; ma non lo farai mai.
A tutte le persone ne parlerai però come se tu lo avessi invece davvero letto.
Ne racconterai appassionatamente i pochi passi che conosci. Gestirai il poco che hai studiato in maniera sublime shakerandolo con il tanto che hai annusato, toccato, creduto e sentito!
E tutti ci crederanno, tutti ne sapranno meno di quanto ne sai tu, perché lo avranno solamente letto.
Perché avranno dato importanza al solo scritto e non all’energia che ne tiene insieme lettera con lettera, pagina con pagina, frase con frase…capitolo con capitolo.
Perché loro non riusciranno neppure a immaginare che esiste un metodo per apprendere le cose diverso dall’unico che conoscono.
I libri non vanno per forza letti…vanno ‘sentiti’.
Dio voglia, non esiste mai un solo modo per fare le cose. In nessun campo.
Le cose possono esser affrontate in modo razionale come ci hanno insegnato, come la società e la morale vogliono…come vogliono i nostri genitori, i nostri amici; come insegna la televisione, lo stato, la religione e la gente tutta.
Oppure si può trovare un modo nostro. Un modo originale che si confaccia alla nostra forma mentale e ai nostri bisogni. Un metodo la cui giustizia, l’efficacia ed il valore siano compresi solo da noi o che almeno sia fatto apposta per noi. Giusto per noi.
Un sistema che si possa applicare a tutto e a tutte le cose che affrontiamo nella vita.
Attraverso l’energia che dorme nelle cose. Attraverso la loro poesia profonda.
Una comprensione che passa in maniera inspiegabile da una parte all’altra come per magia o per fede.
Come per Amore.
Eclissi, 2010
secchi di latta saldati.
La seconda eclissi, 2010
secchio di latta e lampada da tavolo.
Una volta riempito d’acqua, un secchio come del resto ogni altro contenitore, rappresenta un bacino.
Affacciandovisi dentro, ci sporgiamo su un piccolo mare ignoto dove i bordi sono le coste e la culatta i fondali. Potrà essere popolato, navigato, cantato e misurato come ogni altro mare. Qui le leggi della fisica saranno le stesse che agiscono negli altri mari. Sarà increspato dal vento e avrà gorghi e tempeste. Durante le bonacce, come ogni altro mare rifletterà le luci del cielo, le luci dell’uomo ed il suo aspetto. Quando agitato, sarà invece lo specchio per la nostra anima.
Ma mentre un mare, senza acqua sarà un paesaggio, un secchio svuotato potrebbe anche essere un cavallo per solcarne l’estensione.
E dicendo così salgo nelle regioni delle montagne di ghiaccio e mi perdo per non tornare mai più.